Analisi comparativa sull'emolizzazione dei campioni biologici in seguito a prelievi ematici da catetere intravenoso periferico

Un elemento piuttosto rilevante nella clinica è rappresentato dalla valutazione dei parametri ematochimici. Un paziente, durante il periodo di degenza, necessita dell'esecuzione di più prelievi venosi in brevi lassi di tempo e, nonostante tale pratica sia considerata semplice e scevra da comp...

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Main Author: Alessio, Patrizia (auth)
Format: Electronic Book Chapter
Language:Italian
Published: Milan Ledizioni 2022
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520 |a Un elemento piuttosto rilevante nella clinica è rappresentato dalla valutazione dei parametri ematochimici. Un paziente, durante il periodo di degenza, necessita dell'esecuzione di più prelievi venosi in brevi lassi di tempo e, nonostante tale pratica sia considerata semplice e scevra da complicanze, può associarsi a conseguenze sgradevoli, quali senso di fastidio, compromissione dell'albero venoso, insorgenza di complicanze locali (Lippi, 2008). Per tali motivazioni alcuni professionisti prediligono l'uso di cateteri intravenosi periferici (CVP) precedentemente impiantati. Ciò consente di migliorare il comfort dei degenti sottoposti a regimi terapeutici che provocano stress ripetuto all'albero venoso. Le fonti presenti in letteratura ne sconsigliano l'utilizzo poiché possono generare non conformità dei campioni, in quanto emolizzati (Grant, 2003; Lowe et al., 2003). Il fine di questo studio è valutare se i campioni ematici prelevati da catetere intravenoso hanno un tasso di emolisi maggiore rispetto a quelli ottenuti con la tecnica standard. Dopo una ricerca in letteratura, è stato effettuato uno studio comparativo condotto presso n° 2 strutture sanitarie convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale della Regione Calabria. Sono stati esaminati n° 140 prelievi venosi eseguiti su n° 70 pazienti, con tecnica tradizionale e in seguito da catetere intravenoso., seguendo un protocollo di esecuzione precedentemente determinato. Non sono emerse differenze significative tra i due. L'identificazione delle variabili associate ad un aumento, o una riduzione del rischio correlato al prelievo ematico da CVP si traduce in strumenti operativi utili al fine di armonizzare e ottimizzare le pratiche nelle diverse strutture sanitarie. 
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